Esternalizzazione del personale: Outsourcing
Outsourcing: cos'è, vantaggi e svantaggi
Sempre più aziende utilizzano l'outsourcing come forma di gestione dei propri processi produttivi o nei contesti più disparati. Ma di che cosa si tratta esattamente?Nel seguente articolo daremo alcune informazioni sull'outsourcing: cos'è, perché è impiegato sempre più spesso dalle imprese e quali vantaggi e svantaggi comporta.
Outsourcing: cos'è questa forma di gestione?
Questo tipo di procedimento aziendale è anche detto "esternalizzazione". Come suggerisce la parola stessa, si tratta di un accordo con cui un soggetto, l'outsourcee, trasferisce a un soggetto esterno, l'outsourcer, certe mansioni aziendali, anche se queste potrebbero essere svolte, parzialmente o totalmente, all'interno dell'azienda stessa.In poche parole, si verifica l'outsourcing quando un'azienda ricorre a terze parti per lo svolgimento delle attività di diversi reparti: il proprio processo produttivo, le vendite, il marketing, la logistica o la gestione del personale.Solitamente, la scelta di ricorrere a un outsourcer avviene tramite una consulenza aziendale.
Perché scegliere l'outsourcing?
I processi aziendali che possono essere esternalizzati sono potenzialmente infiniti e qualsiasi tipo di azienda, operante in qualsiasi settore, può beneficiare dell'outsourcing. La domanda che sorge spontanea è perché in così tanti scelgono di esternalizzare certi servizi o processi? Le ragioni sono le seguenti:
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Il settore del servizio richiesto in outsourcing potrebbe essere particolarmente complesso. Certi servizi sono legati ad ambiti molto complessi e, per erogarli, è necessario possedere competenze tecniche specifiche. Molte imprese non vogliono formare il proprio personale per una determinata mansione, ma preferiscono affidare il compito a terze parti, alleggerendo così i processi aziendali interni.
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Per ottimizzare tempi e costi di produzione o di erogazione dei servizi. Se si decide di affidare a società esterne una parte dei propri processi produttivi, si accelereranno i tempi e si eviteranno i costi necessari per formare e assumere personale adibito a quelle mansioni.
Il contratto di outsourcing
In Italia non esiste una legge che disciplini un vero e proprio contratto di outsourcing. Esiste solo una definizione di outsourcing data dalla Corte di Cassazione con la sentenza n. 21287/2006, secondo cui questo fenomeno comprende tutte le possibili tecniche mediante le quali un'impresa dismette la gestione diretta di alcuni segmenti dell'attività produttiva e dei servizi estranei alle competenze di base (c.d. core business). Ciò si può fare, tra l'altro, sia appaltando a terzi l'espletamento del servizio, sia cedendo un ramo di azienda.Questo tipo di contratto ricade nell'ambito dei contratti atipici, ovvero quei contratti di lavoro che non sono definiti all'interno del diritto civile e non rientrano in nessuna tipologia contrattuale da esso prevista. Tuttavia, nell'art. 1332 il Codice Civile contempla questo genere di accordi come non aventi una disciplina particolare, ma comunque legittimamente stipulabili, a patto che le parti determinino il contenuto nei limiti imposti dalla legge.Come visto nella sentenza della Cassazione, esistono diverse modalità con cui tale accordo può essere messo in atto e, di conseguenza, diversi tipi di contratto stipulabili:
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Contratto di appalto: una parte, il committente, affida a un'altra parte, l'appaltatore, il compimento di un'opera o di un servizio, in cambio di un corrispettivo in denaro. L'appaltatore organizzerà risorse e mezzi necessari e si assumerà i rischi della gestione del servizio. Questo contratto si caratterizza per una certa autonomia gestionale e operativa dell'appaltatore.
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Contratto d'opera: una persona compie un'opera o un servizio, in cambio di un corrispettivo in denaro erogato dal committente, tramite lavoro prevalentemente in proprio e senza vincoli di subordinazione nei confronti del committente.
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Contratto di subfornitura: un'impresa committente affida la propria produzione di beni o servizi a un'altra impresa, che in questo caso si definisce "subfornitrice". Ciò che caratterizza e differenzia questo tipo di contratto rispetto a quello di appalto è il controllo diretto e integrale da parte dell'impresa committente sull'esecuzione dei lavori. In questo caso, il committente detta le regole e le indicazioni da rispettare in modo preciso durante la produzione o l'erogazione del servizio. La libertà del subfornitore è quindi più limitata.
Che cosa si può esternalizzare?
Ora che abbiamo visto che cos'è l'outsourcing ed entro quali contratti viene inquadrato questo tipo di procedimento aziendale, vediamo quali sono gli ambiti in cui viene utilizzato più spesso:
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Risorse umane: gestione del personale secondo le necessità dell'azienda.
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Contabilità e amministrazione: servizi come contratti di lavoro, allestimento paghe e rendiconti, consulenza per le HR.
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Servizi informatici (IT): servizi come infrastruttura IT, SaaS, IaaS, Managed Services.
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Logistica: trasporto, gestione magazzino, attività di manovalanza in magazzino, distribuzione fisica delle merci.
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Affari legali: consulenza e assistenza legale.
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Marketing: analisi dei dati, elaborazione di strategie di marketing, comunicazione, metriche e risultati.
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Altro: pulizie, portinerie, mense. ecc.
Vantaggi e svantaggi dell'outsourcing
Abbiamo accennato prima quali sono i motivi principali che spingono un'azienda a decidere di esternalizzare parte dei propri processi. Di seguito, analizzeremo più nel dettaglio i pro e i contro di questa strategia aziendale.
I vantaggi dell'esternalizzazione
Tra i benefici principali dell'outsourcing troviamo:
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Risparmio economico. Come abbiamo già accennato prima, decidere di esternalizzare certe fasi produttive o di supporto all'attività consente di risparmiare sui costi. Infatti, per gestire internamente operazioni che possono essere esternalizzate, dovresti formare personale interno e/o assumere nuovi dipendenti, oppure potresti avere la necessità di espandere fisicamente l'azienda, acquistando o affittando spazi da adibire alle nuove operazioni. Di conseguenza, ci sarebbero costi aggiuntivi da sostenere. Inoltre, gli outsourcer a cui ti affideresti sono esperti specializzati nell'attività da svolgere: in questo modo risparmieresti denaro e otterresti una prestazione di alta qualità.
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Risparmio di tempo. Questo aspetto va di pari passo con quello precedente. Affidandosi a un outsourcer, non bisogna impiegare tempo per la formazione o l'assunzione di nuove figure professionali. Se da un lato vi è un risparmio, dall'altro si deve dedicare del tempo alla scelta oculata dell'appaltatore, ma una volta presa la decisione, penserà a tutto l'outsourcer.
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Maggiore efficienza e focus sul core business. Delegare a terze parti certi compiti che non rappresentano l'attività principale dell'azienda, consente di avere più tempo da dedicare al core business, alle proprie attività di competenza e, di conseguenza, essere più efficienti e produttivi.
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Maggiore accesso all'innovazione e alle nuove tecnologie. Gestire internamente lo svolgimento di certe attività al di fuori del proprio core business difficilmente potrà dare gli stessi risultati che affidarsi ad esperti esterni. In particolare, usare l'outsourcing può consentire, in certi ambiti, di accedere a tecnologie piuttosto costose e difficilmente acquistabili internamente, oltre che a nuovi approcci e metodologie da cui trarre ispirazione.
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Migliore gestione dei rischi e maggiore flessibilità. È il fornitore esterno a gestire le possibili problematiche e ad assumersi il rischio d'impresa relativo ai risultati raggiunti (questa è la regola generale, sarà poi il contratto specifico a definire i dettagli). Questo libera il committente da una grande responsabilità nella gestione dei rischi e lo rende più flessibile a livello operativo.
Gli svantaggi dell'esternalizzazione
Tra i principali svantaggi dell'outsourcing troviamo:
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Mancanza di controllo. Delegare ed esternalizzare significa cedere a terze parti il controllo di una delle proprie fasi produttive. Di conseguenza, bisogna fidarsi dell'operato altrui e accettare di non poter controllare tutto. Per questo motivo è fondamentale scegliere un committente professionale e affidabile.
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Rischi legati alla riservatezza. L'outsourcer lavorerà su un tuo prodotto, quindi otterrà inevitabilmente informazioni sui relativi dati sensibili e questo potrebbe rappresentare una minaccia per la protezione di tali dati. Nonostante il contratto di riservatezza firmato prima di mostrare le informazioni, esiste comunque il rischio che tale accordo non venga rispettato e che le informazioni riservate finiscano nelle mani sbagliate.
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Demotivazione del personale. È possibile che alcuni dipendenti vengano trasferiti fisicamente nell'azienda a cui viene affidato il ramo aziendale in questione. Tale mobilitazione potrebbe causare un malcontento del personale, soprattutto se la nuova azienda non offre certe garanzie o se la posizione geografica è svantaggiosa per il dipendente. Come ultimo svantaggio, una riorganizzazione interna potrebbe causare resistenza da parte del personale che resta in sede.
Abbiamo visto che cos'è l'outsourcing: una strategia di esternalizzazione di certi processi aziendali. Si tratta di una prassi molto diffusa, che assicura diversi vantaggi, ma che comporta anche qualche rischio.Con la scelta dell'azienda giusta, ricorrere a un outsourcing potrebbe essere una valida strategia per il successo.